Pagina Facebook Contattami su Skype Abbonati ai Feed

Time out = 42 settimane

Il feto non ha con se un cronometro e  la gravidanza non viaggia su di un treno svizzero!

La gestazione, in teoria dovrebbe durare 280 giorni, 10 cicli lunari ma in relatà può variare. Il conteggio viene fatto per settimane, a partire dalla data dell’ultima mestruazione e solo in alcuni casi la data presunta del parto (DPP)  viene modificata in base alle evidenze ecografiche.

280 giorni rappresentano 40 settimane ma molti bambini nascono qualche settimana prima ( non a casa si dice che la gravidanza è a termine dalla 38a settimana) oppure 1-2 settimane dopo.

Spesso e volentieri, soprattuto nelle strutture ospedaliere, i medici non lasciano che la gravidanza si protragga troppo e intervengono farmacologicamente per provocare il travaglio anche se  non sarebbe necessario.  La cosa migliore, se la placenta dimostra di lavorare correttamente e il feto sta bene, sarebbe lasciare che la gravidanza vada a termine spontaneamente: il conteggio potrebbe essere inesatto e il feto potrebbe non essere ancora completamente maturo, inoltre  anche la cervice uterina potrebbe necessitare di qualche altro giorno per essere pronta al travaglio….

Metodi in uso per provocare il travaglio

L’induzione può avvenire,  solo in alcuni casi particolari e non di routine, con metodi farmacologici o metodi non farmacologici.

Tra i metodi non farmacologici più usati abbiamo: lo scollamento delle membrane e l’amniorexi (la rottura delle membrane). Una volta veniva usato l’olio di ricino per attivare l’intestino ed ottenere un effetto simile a quello dell’ossitocina: oggi questo metodo ha dato risultati contraddittori circa la sua sicurezza ed efficacia. Gli effetti collaterali più comuni sono la diarrea con crampi addominali prolungati, nausea, vomito, disidratazione; inoltre, le contrazioni uterine scaturite spesso portano a falsi travagli.

Lo scollamento delle membrane amniotiche è una manovra utilizzata dalle ostetriche: consiste nello scollare in modo meccanico le membrane amniocoriali dalla superficie interna del collo dell’utero. In questo modo l’organismo materno libera una sostanza, la prostaglandine che può essere utile per innescare o accelerare il travaglio.

I metodi farmacologici sono l’uso di prostaglandine o di ossitocina.

Induzione con prostaglandine può essere di  due tipi, con  propess e con prepidil: entrambe vengono usate quando il collo è ancora chiuso ed hanno lo scopo di preparare la cervice uterina.

L’ossitocina,  ormone sintetico che riproduce quello materno, si somministra attraverso una flebo, controllando  lo stato di benessere fetale attraverso il tracciato e   la presenza di contrazioni  valide ma non troppo ravvicinate per la madre.

Quando parte il travaglio attivo (dilatazione di almeno 3 cm con collo centralizzato e appianato e presenza di contrazioni dolorose ogni 3 minuti circa) allora il travaglio indotto e quello insorto spontaneamente non sono differenti.