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3° trimestre

3° trimestre

Terzo trimestre: dalla 28 settimana di gravidanza…

Profondo è il mistero che avvolge la pancia e le dinamiche che al suo interno si compiono tra la madre ed il proprio bambino. Solo loro ne sono artefici e protagonisti. Solo loro ne custodiscono il segreto. Solo a loro spetta il compito di continuare la vita.

Modificazioni fetali:

In questa fase il feto cresce e si sviluppa soprattutto dal punto di vista delle dimensioni fisiche e naturalmente delle capacità funzionali. I suoi spostamenti, saranno ben percepibili dalla madre finché, in condizioni normali, non assumerà – nelle ultime settimane, quando lo stesso spazio disponibile si sarà ridotto notevolmente – la presentazione ideale per il parto. Cioè quella cefalica

Modificazioni materne:

La donna andrà incontro alle ultime e decisive trasformazioni.

Fra queste la comparsa delle contrazioni di Braxton-Hicks (l’utero un po’ alla volta si prepara per il momento del parto) e del colostro, precursore del latte.

Potrà trovare sollievo nell’acqua. Nella vasca di casa come in piscina. Magari assistita e sostenuta da operatori competenti come l’ostetrica. Un ambiente tranquillo, protettivo e intimo, in grado di favorire il contatto tra la madre e il bambino. Un ambiente capace di stimolare la liberazione di endorfine e quindi una maggiore sensazione di benessere.

Specie nelle ultime settimane potrà subentrare qualche problema di mal di schiena. Ecco perché sarà importante che la gestante faccia un po’ di ginnastica per rispettare una corretta postura. Sarà utile anche preparare il proprio perineo con massaggi ed esercizi mirati – per ridurre il rischio di lacerazioni durante il parto.

Sotto il profilo psicologico ed emotivo, emergeranno nella donna pensieri e preoccupazioni differenti, a volte persino contrastanti. Da una parte sentirà l’inevitabile stanchezza di nove mesi di gestazione e si preparerà alla nascita imminente. Si farà largo il cosiddetto “istinto di nidificazione”, ossia la necessità di preparare tutto perfettamente, nei minimi dettagli, di sistemare ogni cosa, affinché il parto possa avvenire solo quando tutto sarà “a posto”. D’altra parte però, la gestante, dovrà anche fare i conti con una certa ansia di separazione. Con la consapevolezza cioè che quel magico rapporto simbiotico con il proprio feto, durato nove mesi, sta per terminare o almeno sta per assumere una nuova forma: la forma di un bambino reale e non più solo immaginato, sognato, comunque idealizzato. Un bambino che potrebbe anche rivelarsi differente da quello “programmato” fino a quel momento. Il bambino insomma acquista una propria, autonoma, identità.