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Epidurale… e non solo…

L’analgesia edipurale può servire a contenere il dolore durante la fase dilatante del travaglio di parto. Essa viene fatta attraverso l’introduzione di un catetere a livello lombare, nello spazio epidurale appunto, compreso fra il legamento giallo e la dura madre; in cui viene caricata un’infusione di oppiacei ad intervalli regolari, solitamente compresi tra i 90 ed i 120 minuti a seconda dello stato di progressione del travaglio; oppure attraverso il PCEA (patient controled epidural analgesia) si lascia la possibilità alla paziente di scegliere quando somministrarsi, attraverso un bottone, piccole dosi di analgesico.
L’anestesia epidurale viene eseguita, a consenso favorevole del ginecologo che ha constatato lo stato di buona salute del nascituro, dal medico anestesista, assistito da un’ostetrica. La donna viene adagiata su di un fianco oppure seduta ed il posizionamento del catetere avviene in un tempo di circa 20 minuti, attraverso una pratica non dolorosa, previa somministrazione locale di un anestetico.
Le eventuali contoindicazioni materne, sono verificate tramite una visita anestesiologica (pre parto o in travaglio) possono essere: turbe della coagulazione, infezione generalizzata o locale, gravi malformazioni della colonna vertebrale o allergia ad anestetici locali.
Le complicanze in ambito ostetrico possono portare ad un parto maggiormente medicalizzato (parto operativo, uso di vacum, insoddisfazione materna con conseguente depressione post parto, oltre a perforazione della dura madre che può provocare emicrania, vomito e perdita dell’equilibrio che possono durare alcuni giorni) e talvolta più lungo.

Qual è l’alternativa?
… mi pare opportuno chiedersi quale sia l’aspetto del dolore in natura: credo che sia un valido supporto, certamente scomodo, che tenta di darci un avvertimento, che tenda a proteggerci e che ci aiuti ad avvicinarsi all’ascolto di noi stessi e del nostro corpo.
A questo proposito, gli operatori sanitari, in particolar modo le ostetriche, dovrebbero conoscere la storia personale della donna che ha davanti a sè, la sua realtà culturale e anche le sue abitudini familiari. E’ di fondamentale importanza, al fine di poter vivere una bella esperienza ed avere supporto al dolore senza epidurale, scegliere in modo accurato il luogo del parto, le modalità di assistenza, ed anche le persone da avere vicino a dare carica e contenimento.
Il buon sostegno durante la gravidanza da parte dell’ostetrica può divenire una fonte di crescita per la coppia che avrà a disposizione maggiori strumenti utili anche a contenere il dolore del parto; così la donna potrà rinunciare ad un’ analgesia e trovare in se stessa il modo per contenere il dolore ed andare incontro al proprio bambino che sta nascendo.
Potrete beneficiare dell’acqua sfruttando una doccia o un bagno caldo, daranno sollievo i massaggi con oli aromatici, nella zona lombare, da parte del partner e saranno di fondamentale importanza le vostre vocalizzazioni durante la contrazione. L’ostetrica saprà consigliarvi delle posizioni antalgiche, potrà utilizzare il rebozo per massaggiarvi, favorirà il rilassamento attraverso tecniche di respirazione e auto-consapevolezza che vi permetteranno di restare vigili per quanto è necessario e facilitare l’esperienza del post parto.