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Cura del seno

In gravidanza

In gravidanza non ci sono particolari accorgimenti da attuare per la cura del seno, se non una normale igiene e, se lo desiderate e credete che possa servire, un leggero massaggio con un olio o crema per le smagliature. Non ci sono accorgimenti specifici per la zona del capezzolo perché non esistono creme od unguenti capaci di prevenire le temutissime ragadi, né sono consigliabili frizioni con alcool o guanto di crine.

Dopo il parto

Durante l’allattamento si possono presentare una serie di problematiche al seno. Ecco una veloce panoramica:

Ragadi

Sebbene un certo fastidio, causato dallo stiramento del capezzolo ed areola dentro la bocca del bambino,  sia normale i primi giorni di allattamento, allattare non deve mai essere doloroso. Se vedete che il capezzolo è ferito, fissurato o presenta una fuoriuscita di sangue, allora avete le ragadi.

Le ragadi sono causate da un cattivo posizionamento del bambino al seno o di una scorretta suzione per problemi particolari del bambino.

In questo caso è importante rivolgersi ad una Consulente in allattamento, in modo che possa valutare una poppata e capire dove sta il problema. La maggior parte delle volte le ragadi sono causate semplicemente da una posizione scorretta o dal fatto che la mamma tiene il bambino troppo lontano dal suo seno per paura che non riesca a respirare. E’ importante, infatti, che il bambino abbia il mento ben affondato nel seno e prenda un grosso boccone di areola in bocca.

Non è dimostrata dalla evidenze scientifiche l’utilità e l’efficacia, in caso di ragadi, né di paracapezzoli in silicone, né di quelli d’argento, dalle supposte qualità cicatrizzanti.

Si possono usare degli unguenti per aiutare le ragadi a guarire più velocemente, come la lanolina purificata o, in caso di sovrainfezione batterica, un unguento antibiotico. Suggerisco di chiedere ad una Consulente in allattamento qualificata quali acquistare perché in commercio esistono le più disparate creme e olii, spesso inutili e talvolta dannosi.

Ingorgo

L’ingorgo è causato da un eccesso di liquidi nel seno (sangue, latte e linfa), detto edema. Si presenta con un seno teso ed indurito e talvolta può essere molto doloroso. Il bambino fa fatica ad attaccarsi e, il mancato svuotamento, peggiora ancor più l’ingorgo. Lo svezzamento è controindicato in questi casi perché aggrava ulteriormente il problema.

Si suggeriscono impacchi freddi fra una poppata e l’altra per ridurre l’infiammazione, massaggi dal capezzolo verso l’ascella, per drenare la linfa verso i nodi linfatici ascellari e il metodo della pressione inversa per ammorbidire il seno e permettere al bambino di attaccarsi meglio e, di conseguenza, di drenare il seno con più efficacia. L’applicazione del calore, in passato spesso consigliato, è, invece, da evitare, in accordo con le più recenti evidenze scientifiche, perché aumenta l’infiammazione.

Dotto ostruito

Si può notare una zona del seno indurita o una sorta di nodulo interno. In allattamento questo è, per la maggior parte delle volte, causato da una ostruzione di in dotto lattifero, ovvero di uno di quei canalicoli che portano il latte dagli alveoli verso il capezzolo. Spesso è causato da un reggiseno troppo stretto, da una cinghia di una borsa o da una compressione del seno causata da qualche altro fattore. Si risolvono massaggiando la zona indurita mentre il bambino è attaccato al seno. Se si nota un punto bianco sulla punta del capezzolo, si possono fare degli impacchi di acqua calda e, in seguito, si spreme il seno, potendo notare la fuoriuscita in un filamento di latte condensato.

 

Mastite

Se le condizioni precedenti non sono trattate correttamente (ingorgo e dotto ostruito), la situazione può degenerare in una mastite, ovvero in una infiammazione della mammella in cui può essere presente anche una componente infettiva, causata da batteri (in questo caso si avrà una febbre superiore a 38,5° C).

Anche in questo caso non è necessario svezzare, anzi, un allattamento frequente aiuterà a risolvere più rapidamente il problema. Il riposo è, altresì, molto importante, quindi si raccomanda alla mamma di mettersi a letto, o comunque a riposo, e di delegare le faccende di casa e l’accudimento dei figli più grandi a qualcun altro, se possibile. Se la febbre si alza oltre i 38,5° C, è necessario chiamare un medico che suggerirà, con molta probabilità, un trattamento antibiotico.

 

Ci sono anche altre possibili cause per il dolore al seno o al capezzolo, come ad esempio il vasospasmo, la sindrome di Raynaud, un infezione da Candida Albicans etc.

In tutti i casi di dolore, è opportuna consultare una Consulente esperta, in modo da riuscire ad individuare la causa esatta e porvi rimedio.

 

articolo curato da:  Francesca Ferrari

Consulente professionale in allattamento materno IBCLC – Lucca – Pisa – Pistoia

francescaferrari@allattamentoibclc.it

tel: 347/9968934