Allattare: fino a quando?

L’allattamento è una danza a due: mamma e bambino interagiscono in un rapporto di nutrimento ed interazione fisica e psicologica.
“Quanto devo allattare?”, mi chiedono molte mamme.
Ebbene, non c’è una risposta a questa domanda o almeno non c’è, considerando il solo punto di vista della mamma. Nessuno obbliga una mamma ad allattare né un solo giorno e neanche una sola volta, se non lo desidera, non vuole per un qualsiasi motivo o se, semplicemente, non può.
Prendiamo in considerazione, ora, il punto di vista del bambino: essere nutrito con il latte materno è la norma biologica per lui, ogni altra scelta è un ripiego che, come ormai dimostrato da una miriade di studi scientifici, può portare il bambino a non crescere con la salute che avrebbe potuto avere, se fosse stato allattato.
Le maggiori autorità nel campo della sanità come il nostro Ministero della Salute Italiano, L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF, raccomandano che i bambini siano allattati esclusivamente (ovvero senza aggiunte di latte artificiale, né di tisane, né di cibi solidi e neanche di acqua) per 6 mesi. Dai 6 compiuti, si comincia l’introduzione dei cibi solidi, che andranno ad aggiungersi (e non a sostituirsi) al latte materno, per integrare ciò che al bambino comincia a mancare in termini nutrizionali. Raccomandano, altresì, che l’allattamento continui per tutto il secondo anno…. e oltre, se mamma e bambino lo desiderano!
L’allattamento è consigliato, perciò, per almeno due anni.
” Ma dopo i 6 mesi, non diventa acqua?”, obiettano molte mamme.
No, il latte materno continua a mantenere le sue proprietà nutrizionali e, anzi, cambia la sua composizione in funzione delle necessità del bambino in crescita e, soprattutto, le sue qualità antinfettive, proteggendo il bambino da molti tipi di infezione, in un momento in cui comincia a mettersi tutto in bocca e ad esplorare l’ambiente, dando, magari, una leccatina ad un sasso trovato in un prato, alle scarpe della nonna o al cane del vicino di casa.
Il latte materno non contiene solo anticorpi, linfociti e macrofagi che danno un’immunità passiva al bambino, ma ha anche un’attività modulatrice sullo sviluppo del sistema immunitario del bambino stesso, che si completa verso i 6 anni di età.
Inoltre ricordo altre sostanze importanti, come gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena, importanti per lo sviluppo del cervello, le vitamine e ormoni della crescita.
“Ma, se aspetto che il bambino smetta da solo, arriverà al giorno del suo matrimonio e non avrà ancora smesso!”.
Dagli studi antropologici fatti da una nota studiosa, Katherine Dettwyler, sembra che il cucciolo uomo si svezzi da solo in un’età compresa fra i due e i sette anni, con una punta verso i tre anni.
“Tre anni? Ma stiamo scherzando? Non ci penso proprio ad allattare per così tanto tempo!!”.
Come dicevo, l’allattamento è una danza a due. Ovviamente, più un bambino è piccolo e più ha bisogno del latte materno. Crescendo, questo bisogno diventa sempre più tenue, scontrandosi, a volte, con i bisogni della mamma. In questi casi, la mamma istintivamente capirà se il suo bambino ha ancora molto bisogno di poppare o se può smettere, guidando con dolcezza e gradualità lo svezzamento.
Articolo curato da:
Francesca Ferrari, Consulente professionale in allattamento materno IBCLC www.allattamentoibclc.it 347/9968934 francescaferrari@allattamentoibclc.it